Leggere prima di leggere

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Gli errori relativi al raddoppiamento della consonante e all’accento finale della parola sono un argomento spesso trascurato dai rieducatori, per quanto invece ben presente agli insegnanti; spesso, per i primi, quando viene raggiunto un buon grado di accuratezza nella trans-codifica suono-segno il lavoro di acquisizione può dirsi concluso, il resto sono dettagli, che si correggeranno da sé col passare del tempo. Eppure nella nostra lingua la doppia rappresenta un tratto distintivo, che può cambiare il significato di una parola. Uno dei motivi per cui gli errori nelle doppie e negli accenti sono trascurati nella rieducazione rimanda all’ambito cognitivo in cui sono da collocare: non si tratta né di errori relativi alla rappresentazione della parola nella sua globalità, né ad una strategia di analisi “lettera per lettera”: si situano a metà strada, non essendo né strettamente fonologici, né strettamente non fonologici. I dati ci dicono però che si tratta di errori che, già frequenti nella popolazione senza disturbo specifico, sono frequentissimi in caso di DSA. Ciò giustifica l’interessamento dell’autore, che dedica “Doppie e accenti” proprio alle strategie di rieducazione relative a questo tipo di errori. 

Il libro presenta una serie di schede da sottoporre ai bambini durante la seduta di rieducazione, che però consta di un lavoro più strutturato e complesso, improntato al concetto di “generalizzazione dell’apprendimento”. Infatti ciò che è appreso grazie alle schede dovrà essere applicato nel dettato (di parole e frasi) e poi generalizzato alla produzione guidata (descrizione o narrazione); ciò favorisce lo sviluppo di una consapevolezza metacognitiva circa le finalità dell’intervento (faccio molti errori di doppie, sto imparando strategie per evitarli) che non dovrà mai essere trascurata, così come merita considerazione una consapevolezza più elevata del fine: migliorare per migliorare la comunicazione, il senso di autoefficacia e l’autostima; in questo senso nei compiti di lettura dovrà sempre esserci spazio per la piacevole comprensione di ciò che si legge, così come nei compiti di scrittura per la produzione libera e creativa.

In ultimo ma non in ordine di importanza, nel lavoro con i bambini non dovrebbero mai essere trascurati l’empatia, la tolleranza, il calore umano; la relazione nel contesto rieducativo è importante quanto il contenuto delle attività, che ha come presupposto ineliminabile l’alleanza tra il rieducatore e il bambino che dell’intervento è protagonista.

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