IL LIBRO DEL MESE
Grazie al progetto My Story, i giovani del gruppo AID raccontano la loro esperienza, come è stato per loro affrontare la scuola e come oggi riescono a portare avanti studio, lavoro e passioni nonostante alcune difficoltà.
Avere un DSA, però, non si accompagna solo a difficoltà in alcune materie scolastiche, ma anche ad alcune emozioni: frustrazione, timori, senso di impotenza, a volte, soprattutto quando non si riesce a trovare il proprio metodo di studio; imbarazzo, vergogna, rabbia, quando qualcuno non sembra riconoscere la difficoltà e la scambia per “non impegno” o quando si viene presi in giro perché “non si riesce a leggere, scrivere, calcolare abbastanza bene”; solitudine, quando compagni di classe, amici, genitori o insegnanti non sembrano capire; gioia e soddisfazione, quando finalmente si impara a “farci” qualcosa con questa diagnosi.
Durante gli incontri, infatti, molto spesso le domande che vengono loro rivolte riguardano come l’avere un DSA abbia influito sulle loro vite, “tantoché forse, invece che dire “avere un DSA”, dovremmo dire “essere DSA”” dicono.
Con questo libro vogliono rispondere alle tante domande che i ragazzi in questi anni hanno posto: a molte di esse sono riusciti a dare una risposta prima della fine degli incontri, ma tante altre purtroppo le hanno dovute leggere durante i lunghi “viaggi di ritorno” che molti di loro affrontavano per arrivare nella sede dove si svolgevano gli incontri My Story. Leggendo questi biglietti su aerei, treni, a volte autobus, si sono sempre detti che molte di quelle domande “senza risposta” avrebbero davvero meritato spazio e tempo per essere affrontate e discusse insieme.