Sono passati otto anni dalla pubblicazione del libro “Dislessia, proviamo con le sillabe: il Metodo SLB”.
Da allora molti insegnanti, alcuni genitori e parecchi riabilitatori hanno chiesto alle autrici approfondimenti sull’applicazione del Metodo sia a scuola che in contesto riabilitativo. Parallelamente la letteratura si arricchiva di articoli che confermavano l’ipotesi di un sistema di transcodifica tra sillabe orali e sillabe scritte piuttosto che tra fonemi e grafemi. Anche la legge 170/2010 con i relativi Decreti attuativi e le linee guida del MIUR, sottolineando l’importanza dell’uso di metodi sublessicali, fanno esplicito riferimento al metodo sillabico.
Confortate da queste conferme le autrici hanno deciso di rimettersi al lavoro, convinte che insegnare abbinamenti di segmenti orali e scritti corrispondenti a sillabe e non a fonemi possa avere vantaggi ancora più vari e numerosi di quelli da loro inizialmente ipotizzati.
Il libro consiste in un’ampia gamma di giochi ed esercizi in cui le sillabe sono presentate in base a criteri di generatività e di complessità, ma non in base a criteri fonologici o per “famiglie” (es: pa, po, pu, pe, pi).
Si parte quindi dalle sillabe formate da una sola vocale e dalle sillabe Consonante-Vocale più frequenti, si passa nella seconda sezione alle sillabe chiuse e alle geminate (le cosiddette doppie), quindi ai gruppi consonantici “omosillabici” (le sillabe in cui il nucleo vocalico è preceduto da una sequenza di consonanti), per finire nella quarta sezione con alcune proposte relative alla “Q”.
Il libro è corredato di un “Sillabiere”, omologo dell’Alfabetiere usato comunemente nei metodi fonematici, costituito da una tabella di 105 caselle che può accogliere tutte le 99 sillabe CV più le 4 formate con la lettera “Q”. Da notare che dopo la presentazione delle vocali e delle prime tre sillabe (SI, NO, RE) l’ordine in cui proporre le altre sillabe CV non è vincolante, per cui fattori come la proposta avanzata da un bambino o una parola particolarmente ricorrente in classe possono offrire l’occasione (utilissima da cogliere) di lavorare su una determinata sillaba.
Per quanto riguarda le già citate “famiglie” di sillabe, esse rappresentano un punto di arrivo e non di partenza, il risultato dell’apprendimento piuttosto che una tecnica per l’apprendimento stesso.